Prima di portare qualcosa alla bocca per cibarsene, istintivamente l’essere umano effettua un accurato check up di ciò che sta per ingerire.
Il primo esame si fa attraverso la vista, solo dopo entrano in gioco olfatto e
gusto, ciò che esaminiamo ci deve piacere, deve stimolare i nostri sensi, ci
deve emozionare, deve farci venire ‘l’acquolina in bocca’!
Il termine impiattare, vuol dire letteralmente: disporre una vivanda nel piatto o nel vassoio. Qui si nascondono insidie e tranelli!
Impiattare è un’arte.
E’ indubbio che il piatto più squisito, preparato con gli ingredienti migliori e
magari costosissimi, se mal presentato, in un brutto piatto o vassoio, sbreccato
magari con i bordi scheggiati e sporchi di salsa, non fa venire l’acquolina in
bocca.
Allo stesso modo è perfettamente vero il contrario: il vassoio di una vivanda
molto semplice se ben presentata, molto probabilmente si vuoterà più in
fretta di quello di una vivanda importante, presentata in modo sciatto.
Ecco l’importanza di saper impiattare!
Per impiattare bene il cibo non è necessario fare un corso di intaglio di frutta e
verdura e nemmeno munirsi di stoviglie fantastiche o coloratissime.
La mia personale opinione è che nella semplicità c’è eleganza e che nella
presentazione ben riuscita di un piatto, a fare la differenza sono l’amore e la
cura.
Facile a dirsi, ma….Come si fa ?
Ci sono pochi semplici criteri di base per ben impiattare che possono venirti in aiuto:
- preferisci piatti o vassoi di buona fattura meglio se bianchi o comunque di un solo colore,
- evita le decorazioni invadenti e non attinenti al piatto,
- cerca i contrasti di colore e, se la vivanda è di un colore solo (magari un beige tristolino o un cupo marrone), decorala con una foglia o una fetta di qualcosa di colore vivace, meglio se qualcosa che hai usato per la preparazione, per esempio prezzemolo, arancio, limone o pomodoro,
- recenti studi affermano che il colore rosso stimola l’appetito.
Se vogliamo dar credito alla scienza, se non nel piatto puoi sempre usare qualcosa di rosso per decorare la tavola.
Vedrai, basta farci attenzione e attingere al nostro sconfinato patrimonio di
creatività, senza esagerare però!
Short english translation:
Also the eye wants its part.
Before bringing something to his mouth to eat it, instinctively the
human being performs a thorough check-up of what is about to ingest.
The first examination is done through sight, smell and taste come later.
What we examine, should like to us, it must stimulate our senses, it
must excite, should make ‘mouth watering’ to us!
And there is no doubt that the more delicious food, prepared with the finest ingredients and maybe expensive, if it is poorly presented, in an ugly tray, maybe with chipped edges and soiled with sauce, does not make watering mouth.
Similarly, it is perfectly true the opposite: a tray of very simple food if well presented, will probably be more successfull than another with an important food but presented in a sloppy way .
For a good presentation of food is not necessary to do a course in carving of fruit and vegetables and nor even equip themselves with fantastic colorful trays.
My personal opinion is that there is elegance in simplicity.
What makes the difference in the successful presentation of any food are love and care.
Easy to say, but …. How to do it?
There are a few simple basic criteria that could help you :
- Choose dishes or trays of good quality, perfect if white, anyway of a single color,
- Avoid intrusive decorations, not related to the recipe,
- Search the contrasts of color, and if the food is of a single color (for example brown or beige) add a leaf or a slice of something colored, preferably something that you used for the preparation ( for example a leaf of parsely or a slice of lemon or orange),
- Recent studies claim that the color red stimulates the appetite.
If you want to give credit to science, if not in the pot you can always use
something red to decorate the table.
You’ll see: it is enough to pay attention and use your boundless wealth of
creativity, but…. do not overdo though!