castagnaccio

Com’è lontana questa memoria !!!
Ero piccina piccina e il panettone non era ancora entrato in punta di piedi nelle nostre case a soppiantare il castagnaccio.
Nel ricordo il profumo del castagnaccio: pinoli tostati nel forno e rosmarino, si mescola a quello dell’abete vero, assolutamente non ecosostenibile, polititicamente scorretto ma fragrante e balsamico.  A me piaceva la scorza d’arancio grattugiata nel castagnaccio, mi piace ancora così anche se nella ricetta tradizionale non c’è.
Procuratevi

  • Farina di castagne eccellente, non siate taccagni,
    200 gr andranno bene per quattro persone
  • Olio d’oliva
  • Rosmarino freschissimo
  • Una cucchiaiata di pinoli
  • Uvetta sultanina ammollata in poca acqua tiepida
  • Scorza d’arancio grattugiata, se piace anche a voi
  • Zucchero
  • Sale

Versate in una ciotola la farina di castagne , due cucchiai di olio, un cucchiaio di zucchero, un pizzico di sale e la scorza d’arancio grattugiata (io  la grattugio usando un coltello a sega, con la grattugina se ne perde un sacco), aggiungete  acqua tiepida poca alla volta,  sempre mescolando con una frusta fino ad ottenere  una pastella morbida, fluida e senza grumi.
Rovesciatela in una teglia ben unta di olio, in uno strato sottile circa un centimetro e mezzo, distribuite sulla superficie i pinoli, gli aghetti di rosmarino, l’uvetta ben strizzata e sopra a tutto un filino d’olio.
Il castagnaccio va cotto in forno già caldo a circa 220°, ci vorrà circa mezz’ora ma i forni si sa sono tutti differenti quindi controllatelo già dopo
venti minuti.
Dovrà risultare croccante sopra e morbido dentro, a me piace tiepido ma lo potrete servire anche freddo.
Una o due cucchiaiate di ricotta, se ne trovate di buona, lo accompagnano benissimo.


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