Ancora sui libri di cucina della mia vita.
Amo i libri, da sempre, strano perchè nella mia famiglia nessuno
leggeva sul serio. Sono comunque grata per il dono della lettura
che mi accompagna da tutta la vita e che è stato sempre ottimo
compagno.
Amo il cibo e la cucina al punto che ne ho fatto la mia professione
più di trent’anni fa.
Coniugando le due passioni, vado letteralmente pazza per i libri
di cucina e per tutti quei testi che trattano argomenti inerenti cibo,
cucina eccetera eccetera.
E’ per pura passione quindi che ogni tanto ti parlerò di uno o due
dei libri di cucina o simili che più ho amato, su cui ho studiato e
da cui ho tratto insegnamento e ispirazione.
Il primo in ordine di tempo e precursore dell’attuale collezione,
è stato stampato nel 1967 e lo possiedo più o meno da allora.
Scherzosamente i miei amici lo chiamano ‘la Bibbia’ non solo per la
mole, è un tomo di dimensioni ragguardevoli, ma anche perché le
sue sono le sole ricette che eseguo esattamente come indicato
senza bisogno di controlli né verifiche.
L’autrice, Anna Gosetti della Salda deve averci lavorato su per
moltissimi anni e senza il supporto della tecnologia moderna.
Le invio un muto ringraziamento ovunque sia.
Si tratta de ‘ Le ricette regionali italiane’ edito da La cucina italiana.
La mia copia è parecchio malridotta, la copertina è tutta incerottata
ma mi è caro, lo consulto spesso e ho scelto di non mandarlo in
legatoria.
Come me, non ama i lifting e porta con grande classe i segni
del tempo.
Pochi anni dopo mi comperai una copia in edizione economica di
‘La scienza in cucina e l’arte del mangiar bene’ di Pellegrino Artusi.
Quella copia, letta e riletta, unta e spiegazzata si è dissolta in
pagine ed è stata sostituita, parecchi anni dopo da una lussuosa
edizione rilegata in otto volumi.
Bisogna leggerlo Pellegrino Artusi,bisogna leggerlo come un romanzo.
Certo molte ricette sono impensabili oggi, per alcune sono addirittura
scomparsi dal mercato gli ingredienti, ma l’arguzia, la dedizione, e
il tono salottiero sono impagabili.
Una lettura saporita come i piatti che racconta, un’occhiata sull’Italia
‘perbene’ di fine ottocento, sull’Italia che sapeva mangiare e che
mangiava bene prima che le guerre la sconvolgessero.
Adesso mi stacco la spina da sola ma vi raccomando di procurarvi
questi libri di cucina. Fateveli regalare, prendeteli in prestito alla
biblioteca del vostro quartiere, fateveli prestare da un’amica ma leggeteli.
Sono davvero formativi e, come il vintage di autore, non sono
invecchiati affatto.
Short english translation:
Still on the cookbooks of my life.
I love books, it is funny because no one in my family has
read seriously. However I am grateful for the gift of reading
which accompanied me during my all life and which was
always an excellent companion.
I love food and cooking to the point that it I became my
profession more than thirty years ago.
Combining the two passions, I’m literally mad about cook books
and about all the texts relating to food, kitchen and so on.
It is due to pure passion that once in a time I will talk
about one or two cookbooks (or similar) which I loved, which I
studied and from which I took teaching and inspiration.
The first in order of time and precursor of the collection ,
was printed in 1967 and I own it since then.
My friends jokingly call him ‘ the Bible’ not only for its
mole, it is a tome of considerable size , but also because its
recipes are the unique that I run exactly as shown, no need to
control or check.
The author, Anna Gosetti della Salda has worked out for many
years and without the support of the modern technology.
I send a silent thank wherever she is.
This book is ‘ The Italian regional recipes’ published by
La cucina italiana.
My copy is pretty run down , the cover is glued with adhesive
tape but it is dear to my heart. I often consult it and I decided
not to send him to bookbinding .
Like me, he does not like facelift and it carries the signs
of time with great class.
A few years later I bought a paperback copy of
‘The science in the kitchen and the art of eating well’ by Pellegrino Artusi.
That copy, read and reread, greasy and wrinkled, dissolved itself in
pages and was replaced several years later by a luxurious
hardcover edition in eight volumes.
You have to read Pellegrino Artusi, you should read his book like a novel.
Of course many recipes are unrealistic today, some ingredients even
disappeared from the market, but the wit, the dedication, and
the drawing-room tone are priceless.
A reading as tasty as the dishes that it tells. A look on the Italy
‘perbene’ in the late nineteenth century, the Italy that knew about
eating and that ate well before the disaster of the war.
Now I stop myself, but first I recommend that you read these books.
Ask them as a birthday present, ask them to loan by the local
library or by a friend but read them.
They are very training and, like the luxurious vintage they are not
aged at all.