
Sono stata ristoratore per circa trent’anni animata da passione ed amore per il cibo e per le persone.
Alcuni dei miei clienti erano celiaci ed ho sempre avuto una speciale attenzione per loro, il passaparola ha fatto sì che ne arrivassero altri e sempre ho ascoltato con simpatia le loro vicende, le loro voglie, i loro bisogni. Mi rendeva felice poter offrire loro una serata al ristorante con amici senza che dovessero preoccuparsi di cosa sarebbe arrivato nei loro piatti e di come il cibo a loro riservato sarebbe stato trattato.
Se ne andavano felici e la loro felicità era la mia.
Negli anni mi sono resa conto di come il cibo sia legato alle nostre emozioni, alle nostre memorie. Poche cose come un profumo o un sapore hanno capacità evocative, ci riportano con precisione a momenti del nostro vissuto, ci riconnettono con le persone del nostro passato.
Alcuni anni fa, per provare a liberarmi di alcuni disturbi fastidiosi, ho deciso di non mangiare farinacei per tre settimane. il tempo considerato buono per affrancarsi da un’abitudine. Quindi niente pasta, pane, pizza e focaccia!
I farinacei erano cose che amavo sopra tutte le altre e mi stavo accorgendo di essere entrata in un una vera e propria dipendenza da farinacei, i disturbi sono andati attenuandosi e ho compreso che la mia dipendenza da farinacei mi stava facendo ammalare.
Alla fine delle tre settimane mi sono resa conto che, non solo il mio giro vita si era sensibilmente ridotto, ma la mia testa era lucida ed io ero traboccante di energia. Ho cominciato ad approfondire l’argomento, ad informarmi, ho capito che il frumento contiene glutine e che il glutine non è buono per me, ed ho semplicemente abbandonato il frumento ed i suoi fratelli.
Non me ne sono mai pentita.
E adesso eccomi qui a condividere con te le mie esperienze!