
Budino di anguria, alias ‘gelu i muluni’
La mia vicina, che mi ha vista cogliere gli ultimi fiori di gelsomino, incuriosita, mi ha chiesto cosa ne avrei fatto, le ho risposto che mi servivano per cucinare un budino di anguria. Ho pensato, con una punta di nostalgia che, fossi stata ancora a Pantelleria la domanda sarebbe stata: ‘fai u gelu i muluni? ‘. In Sicilia, il budino di anguria si chiama proprio così ‘gelu i muluni’.
E’ una tradizione assai antica, ogni famiglia ha la sua ricetta segretissima e la competizione tra le cuoche siciliane, è senza quartiere.
Qua in Toscana, tanto per cominciare, l’anguria si chiama cocomero e il ‘gelu’ nemmeno si sa cosa sia.
Io, presa da un’attacco di nostalgia, ho preparato budino di anguria, pensando di preparare ‘gelu i muluni’ e mentre me lo gustavo mandavo un pensiero agli amici di Pantelleria e mi sembrava di essere con loro.
La ricetta che ti scrivo qui è la versione più semplice e super facile da fare, ma è assai fedele all’originale e sono convinta che ti farà fare bella figura.
Per 4 budini:
mezza anguria baby, circa 900 g,
2 o 3 cucchiai di nettare di agave,
50 g amido di mais,
50 ml acqua di fiori di gelsomino,
poca essenza di vaniglia,
per decorare:
pistacchi tritati,
gocce di cioccolato amaro.

Preparazione
Preparare l’acqua di gelsomino è semplicissimo: raccogli una ventina di fiori di gelsomino freschi, li fai bollire per un momento in 50ml di acqua purissima, io ho usato una buona acqua minerale, spegni la fiamma, copri il recipiente e lascia in infusione per qualche ora.
Taglia a pezzi l’anguria e passala con un passaverdure.
Recupera tutto il succo filtrandolo con un colino. Otterrai circa mezzo litro di succo di anguria.
Stempera 50 g di amido di mais (maizena) con 100 ml di succo di anguria, mescola bene per non formare grumi e aggiungilo, sempre mescolando, agli altri 400 ml di succo di anguria.
Aromatizza il succo di anguria con due o tre cucchiai di nettare di agave, io cerco di non usare lo zucchero, ti consiglio di assaggiare per non dolcificare troppo, l’anguria non è tutta uguale.
Aggiungi l’acqua di fiori di gelsomino, filtrandola con un colino e schiacciando bene i fiori con una spatola di gomma per non perdere nemmeno un po’ di profumo, mescola bene, trasferisci il tutto in un pentolino di giusta misura e fai sobbollire piano, sempre mescolando con una frusta, per circa 10 o 15 minuti, fino a che il succo si sia addensato.
Versa il budino di anguria negli stampini bagnati, così che sia facile sformarli sul piatto di servizio. Lascia raffreddare prima di sigillare con pellicola e riporre in frigo per alcune ore.
Il budino di anguria si conserva in frigo, senza alterarsi, anche per tre o quattro giorni.

Preparazione
Al momento di servire, capovolgi il budino di anguria sul piatto e decoralo, come vuole la tradizione, con pistacchi tritati, a ricordare la buccia dell’anguria e con gocce di cioccolata a simboleggiare i semi di anguria.

Personalmente, preferisco non mettere le gocce di cioccolato dentro il budino, anche se sarebbe più coreografico.
A mio avviso, il cioccolato altera il gusto dell’anguria. Molte ricette di antica tradizione, invece, suggeriscono questa versione.
Quando proverai il ‘tuo’ budino di anguria, troverai la tua decorazione preferita!
Ho accompagnato il mio budino di anguria con una divina Malvasia di Lipari, così liquorosa da sembrare una crema, appena fresca di temperatura, per non alterarne il bouquet che ricorda albicocca matura e fichi asciugati al sole.
Davvero imperdibile!

Short english translation:
Watermelon pudding
My neighbor, who saw me picking the last jasmine flowers, curious, asked me what I would use them for, I told her that I intended to prepare a watermelon pudding.
I thought, with a touch of nostalgia that in Pantelleria the question would have been: ‘Do you intend to do u gelu i muluni? ‘.
In Sicily, the watermelon pudding is called ‘gelu the muluni’.
It is a very ancient tradition, every family has its own secret recipe, and the competition between the Sicilian cooks, is merciless.
Here in Tuscany, the watermelon is called ‘cocomero’ and the ‘gelu i muluni’ is almost unknown.
With an attack of nostalgia, I prepared watermelon pudding , thinking to prepare ‘gelu i muluni’ and while tasting it with pleasure, I thought to the friends of Pantelleria and I felt like being with them.
The recipe that I write here is very simple and super easy to do, but it is very close to the original and I am sure you will have a great success with it.
Serves 4:
about 900 g of watermelon,
2 or 3 tablespoonfuls agave nectar,
50 g of corn starch,
50 ml water of jasmine flowers,
little vanilla essence,
to decorate:
chopped pistachios,
drops of bitter chocolate.
It is very easy to prepare the water of jasmine flowers: pick twenty fresh jasmine flowers, boil them for a moment in 50ml of pure water, I used a good mineral water, turn off the heat, cover the pot and leave to infuse for a few hours.
Cut the watermelon into pieces and pass it with a masher.
Retrieve all the juice, filtering it through a sieve. You’ll get about half a liter of juice.
Dissolve 50 g of cornstarch with 100 ml of watermelon juice, stir well to avoid lumps and pour, stirring constantly, into the another 400 ml of watermelon juice.
Season the watermelon juice with two or three tablespoonfuls of agave nectar, I try not to use sugar, taste not to sweeten too much as watermelon not all the same.
Add the water of jasmine flowers, filtering it through a sieve and squeezing the flowers with a rubber spatula to not miss even a drop of perfume.
Stir well, pour in a saucepan of right size and let simmer, always stirring with a whisk, for about 10 or 15 minutes, until the juice has been thickened.
Pour the watermelon pudding into 4 wet molds, it will be easy to flip them on a serving dish. Leave to cool before sealing with film and place in the refrigerator for some hours.
The watermelon pudding can be kept in the fridge, without alteration, for three or four days.
Just before serving, flip the pudding on the plate and decorate it, as tradition dictates, with chopped pistachios, to remember the skin of watermelon and some chocolate drops to symbolize the seeds.
Personally, I prefer not to put the chocolate drops into the pudding, although it would be more choreographic. In my opinion, the aroma of the chocolate alters the taste of watermelon. However, many recipes of ancient tradition, suggest this version.
When you will prepare ‘your’ watermelon pudding, you will find your personal favorite decoration!
I accompanied my watermelon pudding with a glass of a divine Malvasia di Lipari, so sweet to seem like a cream liqueur, not to cold, just at fresh temperature, not to alter its precious bouquet, with scents of ripe apricots and figs dried in the sun.
Unmissable!
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