
Soia, l’alimento preferito da vegetariani e vegan. Quanto ne sai della soia?
Se, come me, hai scelto un’alimentazione priva di componenti animali, oggi definita vegan, probabilmente ti sei rivolto alla soia come sostituto delle proteine animali.
Ma quanto ne sai della soia?
Sicuramente sai che era un fagiolo prima di essere trasformata in miso, shoyu, tofu o tempeh.
Ma forse non sai che anticamente la semina della soia veniva fatta per fissare l’azoto nel terreno agricolo e non per consumarla come alimento.
Fino al II secolo D.C. i cinesi non consideravano la soia adatta all’alimentazione umana.
I primi cibi a base di soia vennero prodotti quando gli scienziati scoprirono che la soia, cotta e macerata, trattata con solfato di calcio o solfato di magnesio produceva un caglio biancastro, ciò che oggi chiamiamo ‘tofu’.

Questo alimento ebbe grande diffusione in altre parti dell’oriente, soprattutto in Giappone e in Indonesia.
I cinesi non mangiavano soia, non ne avevano bisogno perchè coltivavano altri legumi come le lenticchie.
Essi sapevano che la soia contiene grandi quantità di tossine, che oggi vengono eufemisticamente definite “anti-nutrienti” naturali. La definizione non è casuale, infatti esse bloccano l’azione degli enzimi necessari per la digestione delle proteine.
Detto in soldoni, la corretta digestione delle proteine è ostacolata dall’assunzione di soia.
La soia inoltre, contiene elevate quantità di acido fitico, una sostanza in grado di inibire l’assorbimento dei minerali essenziali (calcio, magnesio, rame, ferro e specialmente zinco).
Verso la fine degli anni ’50 vennero pubblicati studi che dimostravano che nella soia vi sono agenti che contrastano le funzioni della tiroide.
Ultimo, ma non meno importante, last but not least, come dicono gli inglesi, non è possibile dimenticare che oltre i due terzi della soia commercializzata nel mondo è OGM
Ovviamente, ci sono alcuni oggettivi vantaggi che la soia offre:
al primo posto, a mio avviso, c’è il nutrimento emozionale derivato dall’illusione di mangiare qualcosa che assomigli a “un secondo piatto”, a seguire, il contenuto di proteine, grassi polinsaturi e carboidrati solubili, un elevato contenuto di fibre con conseguenti benefici sulla regolarità intestinale, gli isoflavoni di soia (fitoestrogeni) che riequilibrano i livelli di estrogeni.
E’ bene sapere, peraltro, che gli studi scientifici a dimostrazione di quanto sopra hanno risultati assai discordanti, quindi non possono dirsi confermati.
Per riassumere, a fronte di questi vantaggi è bene ricordare che ci sono danni collaterali non trascurabili: la soia ostacola la corretta digestione delle proteine, può provocare una grave carenza di minerali essenziali, contrasta le funzioni della tiroide, è quindi alimento sconsigliato nei casi di ipotiroidismo, è l’alimento transgenico più diffuso almondo, viene trattata con aromi artificiali, in gran parte MSG (glutammato monosodico) al fine di eliminare il sapore di fagiolo e sostituirlo con altro sapore appetibile.
Saltando di palo in frasca, ma non poi così tanto, adesso vorrei osservare il fenomeno soia dal punto di vista socio-economico
e mi concedo qualche osservazione personale.
E’ interessante sapere che negli US il business della soia è miliardario. L’Unione dei Produttori di Soia spende oltre 80 milioni di dollari all’anno per rafforzare la posizione della soia sui mercati mondiali.
Anche le società private, come il colosso dell’alimentazione Archer Daniels Midland, spendono milioni di dollari in pubblicità e si avvalgono di prestigiose società di pubbliche relazioni capaci di influire pesantemente sui consumi pilotando il gradimento dei consumatori.

Così, grazie ai pubblicitari, la soia viene offerta al consumatore più abbiente, come una sostanza miracolosa in grado di evitare l’insorgenza di malattie cardiovascolari, di prevenire il cancro, di ridurre le vampate della menopausa, di rinforzare le ossa e di mantenerci eternamente giovani.
Ci viene dipinto un mondo in cui la soia servirà da carne e latte per una nuova generazione di vegetariani.
A malincuore, non posso fare a meno di pensare che il recente movimento che spinge molte persone verso un’alimentazione ‘vegan’, se mancano forti e sincere motivazioni etiche o di salute, possa essere, in buona parte, frutto di manipolazioni subliminali.
Ora che forse ne sai un pochino di più sulla soia, hai più strumenti per scegliere consapevolmente la tua alimentazione senza componenti animali.
La conoscenza rende liberi.
Anche di decidere cosa mettere sulle nostre tavole.
Fonti:
http://www.medicinenon.it/soia.htm
http://www.alimentazioneinequilibrio.it/
http://www.cure-naturali.it/
http://ajcn.nutrition.org/content/68/6/1431S.long
http://ajcn.nutrition.org/content/60/3/333.abstract

Short english translation:
Soy, the favorite food by vegetarians.
If, like me, you have chosen a cruelty free diet , whichis nowadays called ‘Vegan’, probably,you look to soy as a substitute for animal protein.
But how much do you know about soy?
Surely you know that it was a bean before being turned into miso, shoyu, tofu or tempeh.
But did you know that in ancient times the planting of soybeans was made to fix nitrogen in agricultural land and not to consume it as food.
Until the second century A.D. the Chinese did not consider the soybean suitable for human consumption.
The first soy foods were produced when scientists discovered that soy, cooked and macerated, treated with calcium sulfate or magnesium sulfate, produced a whitish curd, what is now called ‘tofu’.
This food was widespread in other parts of the East, especially in Japan and in Indonesia.
The Chinese did not eat soy, they did not need it, because they cultivated other legumes such as lentils.
They knew that soy contains large amounts of toxins, which are now euphemistically called natural “anti-nutrients”.
The definition is not casual, in fact these toxins block the action of enzymes needed for protein digestion.
Said in a nutshell, the proper digestion of proteins is impeded by the assumption of soy.
The soy also contains high amounts of phytic acid, a substance capable of inhibiting the absorption of essential minerals (calcium, magnesium, copper, iron and especially zinc).
Towards the end of the ’50, studies were published showing that in soybeans there are agents that counteract the thyroid functions.
Last but not least, it is impossible to forget that more than two thirds of soybeans sold in the world is GMO.
Obviously, there are some objective advantages that soy offers: first, in my view, the emotional nourishment derived from the illusion of eating something that looks like a “main course”; the content of protein, fatty acids and soluble carbohydrates; a high content of fibers with consequent benefits on bowel regularity; soy isoflavones (phytoestrogens) that balance estrogen levels.
It is good to know, however, that the scientific studies which should demonstrate the above, have conflicting results, therefore they can not be considered as confirmed.
To recapitulate, given these advantages, we should not forget that there are heavy side effects: soy impedes proper digestion of
proteins; it can cause a serious shortage of essential minerals;
counteracts the thyroid functions, therefore, this food is not recommended in cases of hypothyroidism; it is the most widely used transgenic food in the world; it is treated with artificial flavors, largely MSG (monosodium glutamate), in order to eliminate the taste of bean and replace it with more palatable taste.
Jumping out of pole in branch, but not that much, now I look at the soy from a socio-economic point of view, and I wish spending a few words on some personal consideration.
It is interesting to know that in the USA the business of soy is billionaire. The Union of Producers of Soy spends over 80 million dollars a year to strengthen the position of soy in the world markets. Also private companies, such as the giant of nutrition Archer Daniels Midland, spend millions of dollars on advertising and they take advantage of prestigious public relations companies capable to have a heavy impact on consumption by manipulating the liking of consumers.
So, thanks to advertising, the soy is offered to the more wealthy consumers, as a miraculous substance able to avoid cardiovascular diseases, to prevent cancer, reduce hot flashes of menopause, to strengthen bones and keep us forever young.
They depict to us a world where soy will serve as meat and milk to a new generation of vegetarians.
Regretfully, I have to think that the recent movement that pushes many people towards a ‘vegan’ nutrition, when real ethical reasons or animal welfare are missing, can be, in large part, the result of subliminal manipulation.
Now, maybe you know a little bit more on soy, now you have more tools to consciously choose your diet without animal components.
Knowledge makes us free.
Also to decide what to put on our tables.
Sources:
http://www.medicinenon.it/soia.htm
http://www.alimentazioneinequilibrio.it/
http://www.cure-naturali.it/
http://ajcn.nutrition.org/content/68/6/1431S.long
http://ajcn.nutrition.org/content/60/3/333.abstract
1 Response to "Soia, l’alimento preferito da vegetariani e vegan"
grazie, informazioni veramente utili.