Mi accorgo adesso di non aver parlato del mio modo di intendere la cucina.
Ho già parlato invece del mio maestro, di come mi incoraggiava ad un modo di cucinare pulito, senza orpelli, ‘quello che non è funzionale al piatto non serve‘mi diceva.
La sua cucina era minimalista, essenziale, niente doveva distrarre dal focus, dall’architettura del piatto e per architettura del piatto intendeva tutto ciò che era finalizzato ad esaltare l’ingrediente principale, sia per contrasto che per assonanza.
Mi chiedeva di bilanciare i sapori primari in modo che tutti fossero presenti nella misura in cui erano necessari, mi accompagnava attraverso le consistenze perchè le sapessi combinare e non trascurava mai le temperature.
Da tutto questo uscivano piatti di grande semplicità, ma emozionanti.
I sapori erano quelli giusti, quelli che ogni singolo alimento deve avere, non c’era confusione al palato, i contrasti usati sapientemente per esaltare i sapori di base, così come le consistenze.. ‘ les textures ‘.
Quando ho iniziato a fare cucina per me, per il mio locale e per i miei ospiti, paganti e non, ho avuto bisogno di alleggerire e rivedere molti dei suoi insegnamenti.
Nel mio locale, piccolo com’era, non avevo certo un’intera brigata in cucina, ero da sola e dovevo attenermi alla regola dei saggi : quello che non c’è non serve.
Quando poi ho iniziato a far cucinare gli altri ho alleggerito ancora perché ho ascoltato di cosa c’era bisogno e c’era bisogno di piatti velocissimi, facilissimi da fare ma di sapore impeccabile e di effetto.
Questo è il mio modo di fare cucina: pochi ingredienti eccellenti, preparazioni svelte e supersemplici per ottenere piatti dai sapori accattivanti, precisi, con contrasti emozionanti, consistenze curate e punti di cottura impeccabili.
Non mi sono dedicata a preparazioni complesse e lunghe o guarnizioni fantasiose.
Ho sempre conservato un’idea di praticità elegante, di leggerezza e di concretezza .
E’ questo il motivo per cui questo spazio si chiama Cucinaresuperfacile!
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